L'intervista a Laura Giovannini, psicologa
di Gioia Belardinelli
Di violenza psicologica abbiamo iniziato a parlare con la psicologa Laura Giovannini, all’interno di ben due articoli già pubblicati su Just Life, tuttavia l’argomento è talmente vasto e complesso che per cercare di dare informazioni esaustive è necessario analizzarlo da tutte le angolazioni, con la consapevolezza che la violenza psicologica non è mai facile da comprendere, specialmente per chi la subisce. Ecco perché è necessario approfondire aspetti che in qualche modo possono collegarsi.
Allora Laura, perché è così difficile uscire dalle situazioni di violenza psicologica?
Le situazioni di violenza all'interno delle relazioni spesso sono precedute da dinamiche di manipolazione che possono generare ostacoli emotivi, psicologici e sociali e che intrappolano la vittima in una realtà dolorosa. In queste circostanze, spesso si sviluppa una dipendenza emotiva verso il partner aggressore, creando nella vittima un profondo bisogno di affetto e accettazione.
La vittima, infatti, tende a idealizzare il partner, enfatizzando le poche qualità positive e minimizzando o ignorando la crudeltà e/o l'aggressività.
La discrepanza tra l'inizio idilliaco della relazione e il susseguirsi degli episodi violenti può indurre la vittima a colpevolizzarsi per la mancanza di attenzioni emotive o per gli abusi subiti dal partner, sentendosi responsabile per il drastico cambiamento del comportamento e per gli atti violenti.
La paura di perdere la relazione contribuisce a generare ansia da separazione, convincendo la vittima che la peggiore eventualità sarebbe restare sola senza il partner. Questo impulso può spingerla a fare qualsiasi cosa per evitare la fine della relazione.
Altri fattori, come una bassa autostima, la privazione del sostegno sociale da parte dell'aggressore, insicurezze personali e il senso di impotenza acquisito nel tempo, contribuiscono a intrappolare la vittima. Ricordiamoci che l'aggressore, preventivamente, utilizza spesso tecniche di denigrazione per minare la sicurezza della vittima, e di isolamento per renderla dipendente sia economicamente che socialmente.
È difficile per molte persone coinvolte in relazioni abusive riconoscere la gravità della situazione o accettare di essere vittime di violenza. Lo stigma sociale spesso porta a credere che solo le persone deboli e prive di personalità possano cadere in queste situazioni, mentre è fondamentale sottolineare che queste dinamiche possono colpire chiunque. È essenziale diffondere consapevolezza su come questa forma di violenza possa coinvolgere qualsiasi individuo, superando gli stereotipi e offrendo sostegno a chi ne ha bisogno.
All’inizio del nostro percorso, abbiamo detto che in questo spazio ci piacerebbe andare a chiarire meglio alcuni termini, che in questo periodo sentiamo spesso e che, se non supportati da una giusta conoscenza, possono generare confusione. Il Narcisismo è senza dubbio uno di questi. Per iniziare, ti chiederei di fare un po’ di chiarezza tra il narcisismo “normale” e quello patologico.
Il narcisismo è un tratto che può variare da normalità a patologia, dove nel primo caso rappresenta una sana autostima, mentre nel secondo può essere parte di un disturbo narcisistico di personalità. Nella fascia del narcisismo normale, si riscontrano tratti comuni a molte persone senza avere un impatto significativo sulla vita di tutti i giorni. Questi tratti includono:
Salutare amore per sé stessi: una fiducia e autostima equilibrate.
Ambizione e desiderio di successo: la ricerca di obiettivi senza danneggiare gli altri.
Bisogno di riconoscimento: desiderio di essere apprezzati senza che diventi predominante nella vita dell'individuo.
Attenzione all'aspetto esteriore: un normale interesse per la cura della propria immagine.
Il narcisismo patologico, invece, è parte del disturbo narcisistico di personalità (NPD) e comporta tratti più gravi che interferiscono con il funzionamento sociale, lavorativo e interpersonale. Questi tratti includono:
Eccessivo bisogno di ammirazione: una costante richiesta di approvazione.
Mancanza di empatia: difficoltà a comprendere o mostrare empatia.
Senso di superiorità: vedere se stessi come superiori agli altri.
Sfruttamento degli altri: utilizzare le persone per i propri scopi senza considerare le conseguenze.
Difficoltà nelle relazioni interpersonali: incapacità di mantenere relazioni sane e stabili.
Il narcisismo normale può essere considerato funzionale, mantenendo un senso di continuità attraverso i successi e le sconfitte. Al contrario, il narcisismo patologico conduce a una fragilità dell'autostima, manifestando atteggiamenti di superiorità per coprire un senso interno di inferiorità.
Esistono molteplici manifestazioni comportamentali del narcisismo patologico, associabili alla grandiosità o alla vulnerabilità, entrambe accomunate dalla mancanza di empatia.
Infine, riguardo alla frequenza del narcisismo nelle relazioni, non è solo una caratteristica maschile; il 50-75% delle persone diagnosticate con disturbo narcisistico di personalità è di sesso maschile, ma vi sono anche donne con tratti narcisistici.
In una relazione sentimentale come facciamo a capire se abbiamo davanti un narcisista patologico?
In una relazione, identificare la presenza di un narcisista patologico è una questione particolarmente complessa. Questo disturbo della personalità può manifestarsi in molteplici modi, con comportamenti e atteggiamenti che spesso possono sfuggire alla percezione immediata.
Esistono diverse manifestazioni del narcisismo patologico, le cui caratteristiche possono variare tra l'overt e il covert, entrambi con tratti comuni quali mancanza di empatia, senso di superiorità e tendenza alla manipolazione.
Il narcisista overt si presenta in modo evidente, mostrando grandiosità, ricerca costante di attenzione e, talvolta, una marcata aggressività. Questi individui proiettano un'immagine di sé molto positiva, ma dietro questa facciata di sicurezza si nasconde spesso un profondo senso di inferiorità e vulnerabilità.
Al contrario, il narcisista covert è più sottile, nascondendo il senso di grandezza dietro comportamenti di apparente modestia o insicurezza. Queste persone possono apparire sensibili o ansiose, ma dietro questa facciata si cela la stessa mancanza di empatia e la propensione alla manipolazione.
Riconoscere questi tratti può richiedere tempo e attenzione. Osservare la consistenza dei comportamenti nel tempo e comprendere le sottili differenze tra i due tipi di narcisismo può aiutare a identificare chiaramente la tipologia presente nella relazione.
Tuttavia, è importante sottolineare che tali comportamenti non costituiscono automaticamente una diagnosi di narcisismo patologico. Dipende dall'intensità e dalla frequenza con cui tali tratti si manifestano e dal loro impatto sulla relazione.
Se sorgono dubbi o preoccupazioni riguardo alla presenza di questi tratti nella persona con cui si è legati, cercare supporto da parte di professionisti può essere un passo cruciale per comprendere appieno la situazione.
È importante anche riconoscere il proprio valore e la propria dignità all'interno di una relazione. Quando ci si trova in una dinamica emotivamente sfidante o dannosa, non esitare a prendere in considerazione la propria salute emotiva e psicologica come priorità.
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