di Nadia L.Cerioli
Quando è stata l’ultima volta che si sei sdraiato su un prato a guardare il cielo?
Domenica mi trovavo a Roskilde, un grazioso borgo a 30 minuti di treno da Copenaghen, la giornata era
calda, assolata e piacevole. Avevo organizzato una gita per visitare i dintorni della capitale danese e, al
termine delle attività programmate, mi sono ritrovata su un prato, in una delle tante aree verdi a
disposizione dei cittadini, accanto alla spiaggia che si affaccia su un fiordo rinomato.
Stavo controllando come sempre che tutto andasse per il meglio mentre le mie figlie si divertivano e, a un
certo punto, seduta sull’erba di quel prato, mi sono resa conto che avevo tempo, tempo da dedicare a non
fare nulla. Non era necessario preparare qualcosa, sorvegliare o rispondere alle necessità di qualcuno, non dovevo preoccuparmi di intrattenere nessuno, ne’ di programmare alcunché o di correre verso la prossima attività programmata (!).
E ho fatto una cosa che non facevo da tempo immemore: mi sono sdraiata su quel prato, ho appoggiato la testa e la schiena su quel tappeto verde ed ho rivolto lo sguardo verso l’alto.
Ho visto quel cielo terso, di un celeste brillante ed ho vissuto quel momento: ero io, sull’erba fresca, nella piacevole brezza di una giornata di fine estate, senza pensieri o urgenze da sbrigare. Ho rallentato, ho sentito il profumo dell’aria, ho avvertito il mio respiro farsi calmo ed ho vissuto il presente: ero lì, viva, nella mia vita incasinata…ma non avevo pensieri perché stavo solo vivendo QUEL momento.
E QUEL momento me lo sono portato via come un dono, qualcosa di prezioso che ho trovato (o ritrovato)
sulla strada che sto percorrendo. E che mi ha fatto profondamente riflettere su quanto nella nostra
quotidianità siamo perennemente di corsa, nevrotici, pre-occupati del dopo, degli impegni pianificati, dei
problemi piccoli o grandi che tutti noi abbiamo, delle beghe quotidiane che ci levano serenità ed energia. E ci lasciamo sfuggire l’opportunità di fermarci, anche per poco, e di dedicarci quel tempo presente, quell’attimo in cui possiamo semplicemente vivere per l’oggi e, guardandoci intorno, apprezzare
profondamente le piccole, ma grandi cose, che rendono bello il nostro essere al mondo.
Un prato verde su cui sdraiarsi, il cielo con le sue mille sfumature, uno scoiattolo che si rifugia su un albero al passaggio di qualcuno, l’odore della salsedine, la pelle d’oca per l’alito di vento fresco mentre stai in pieno sole, le risate dei bambini che giocano, l’amore delle persone importanti della tua vita che ti
accompagna ovunque perché è dentro di te, fino ad arrivare al “semplice e banale” fatto di essere viva, hic et nunc, qui ed ora, e di avere consapevolezza di quanta bellezza c’è nella propria esistenza.
Perché in fondo, ciò che realmente conta nella vita è molto di più ma molto meno difficile da raggiungere di quanto questa società frenetica, consumistica e competitiva ci induca a credere.
Ciò che realmente conta ce l’abbiamo già e dobbiamo imparare ad apprezzarlo, con rinnovato stupore,
rallentando la corsa sfrenata verso il nulla e riempiendoci gli occhi, le mani, il cuore di tutto quel bello che
correndo non vedremo mai.
È tempo di rallentare e di godere appieno della vera bellezza che ci circonda, fatta di piccole cose, gesti, sensazioni, che ci permettono di entrare in contatto con quella parte di noi perennemente soffocata dagli impegni quotidiani e dal dovere a tutti i costi.
È tempo di rallentare e di trasformare il nostro nuovo sguardo sul mondo e sulla vita in pensieri e poi in
azioni migliori e, di conseguenza, in una vita migliore.
È tempo di rallentare: e tu…quando è stata l’ultima volta che si sei sdraiata su un prato a guardare il cielo?
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